Sky HD | La rocker che del suo corpo fa poesia
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Sara MUN si racconta sul corpo. Mai avuto un diario, ha scelto se stessa. E poi con la band di cui è vocalist, i Shiny Black Anthem, racconta favole, fa sognare, ridisegna la mappa del rock. E’ una band romana in ascesa, il loro nuovo video è Give Me More. Si tratta del terzo singolo estratto dall’album d’esordio Unbreakable, in uscita il 22 Marzo per Sliptrick Records. Per lei i tattoo sono una filosofia di vita, uno stato mentale. Come spiega anche su Sky Uno ogni domenica alle ore 22 Tatuaggi da incubo – Tattoo Fixers.
Sara cosa sono i tatuaggi per lei?
Non ho mai scritto un diario da adolescente, quel che deve restare è sul mio corpo.
Il primo?
Due ali con altrettante iniziali dietro il collo: fatto a 16 anni per ricordare il mio migliore amico che se ne è andato. Poi sul fianco è arrivata una frase tratta da un video dei Thirty Seconds To Mars, che dice che alcuni credono in Dio mentre io credo nella musica, molti pregano e io alzo il volume della radio: intorno c’è una chiave di violino e una di basso che formano un cuore col pentagramma.
Procediamo.
Sulla gamba c’è un tatuaggio che è partito più per finalità estetica che di racconto ma poi le cose sono cambiate e ora è forse quello che più mi rappresenta: è un osso della gamba che cresce come lo stelo di un fiore, un tattoo visionario ma ora mi sento così.
Cosa significa?
C’è chi è vivo come fosse un fiore e chi sembra un fiore ma non è vivo. E’ il più impegnativo, non è finito va avanti da un anno con i miei tatuatori Antonio Proietti e Valentina Iacono. Ho Let It Be scritto sul polso: io adoro i Beatles ed è uno dei pezzi più belli della storia ma qui significa una attitudine, quella del lasciare che sia.
Come si lega a lei?
Sono restia a certi cambiamenti, mi do coraggio. Inoltre è disegnato al contrario, è rivolto a me il lascia che sia come deve essere. Ne ho poi uno piccolo sul braccio: il simbolo play/pausa della radio ed è l’unico che cambierei perché una volta sottendeva la voglia di poter tornare indietro oggi il passato lo vivo come passato e non mi interessa tornare indietro. Dovrei fare una X sul simbolo del tornare indietro.
Ha anche dei piercing…
Sì. E pensi che mia madre preferisce i tatuaggi ai piercing. Ho smesso di provare a spiegarle che il piercing si può togliere il tattoo resta comunque per sempre.
I vostri video sono curatissimi.
Amo il cinema, Tim Burton è il regista che preferisco in assoluto. E comunque ci abbiamo sempre tenuto alla qualità dei video.
Siete una band molto giovane.
Siamo tutti tra i 20 e i 26. Daniele inizialmente cantava per suo progetto solista ma ha sempre scritto molto, solo che tutto rimaneva nel pc. Io avevo messo su youtube qualche video, mi ha vista e contattata, mi ha detto proviamo a formare un band più che un progetto a due.
Un avvio promettente.
Siamo partiti con cover dei Paramore, abbiamo cambiato compagni di viaggio finché ci siamo imbattuti in Marco, che già conoscevo: ottimo chitarrista. Il batterista è Danesh, perfetto per noi. Uno dei migliori sentiti fino a ora. E’ il punto forte.
Lei non ha voglia di andare all’estero dove la musica è più valorizzata?
A 17 anni sono andata per un periodo in Inghilterra, con lo scopo di iniziare l’università lì. I miei genitori mi supportavano, ho viaggiato da sola da quando avevo 15 anni: sono intraprendente e indipendente. Oggi dico che sono felice di essere rimasta qui.
Perché Sara MUN?
Mi chiamo realmente Sara. MUN si riferisce alla luna, ci sono molto legata sia per il mio segno zodiacale (il cancro è forse il segno più lunatico), sia perché adoro la simbologia legata ad essa. Dimenticavo, ho anche due lune tatuate.
Cosa ascolta? Che voci le piacciono?
Io ad oggi sono una cantante tra virgolette, non mi sento ancora tale. Ascolto davvero di tutto, ho ascoltato Guccini e De André, che adoro e conosco bene, fino a Placebo, Guns’n’Roses, band metal core, musica classica. Ma anche Whitney Houston, che mi ha accompagnato nella prima fase di approccio al canto, Florence & The Machine, Biffy Clyro, Radiohead, Nine Inch Nails fino ai Verdena, Afterhours e Battisti.
Il duetto dei sogni?
Brian Molko dei Placebo e Trent Reznor dei Nine Inch Nails. Andrebbe bene anche un terzetto!